Facebook Icon
News - Come massimizzare gli effetti dei vaccini

Quando l’immunizzazione non riesce c’è una naturale inclinazione a dare la colpa al vaccino. Anche se questo può essere vero, esistono anche altri fattori che possono essere considerati. Lo ha spiegato il dottor Scott Elliot di Protect a Chick.

 Come massimizzare gli effetti dei vaccini

La vaccinazione non garantisce al cento per cento che un gruppo di animali non svilupperà una malattia. 

Scott Elliot ha spiegato che ci saranno sempre un paio di uccelli che non reagiscono al vaccino, ma l’immunizzazione potrebbe non riuscire a causa di fattori esterni.

I vaccini infatti non dovrebbero essere visti come un sistema di difesa a sé stante contro le malattie, ma fanno parte di una più grande strategia di prevenzione che incorpora una dieta equilibrata, buone pratiche di gestione, riduzione dello stress e efficaci misure di biosicurezza.

L’obiettivo principale della vaccinazione è limitare le perdite, nel caso in cui si verifichi un focolaio di malattia legato per esempio a un problema di biosicurezza. Vaccinare gli uccelli e dimenticare tutte le pratiche necessarie a garantire uccelli sani non è una buona pratica”.

Il fallimento dell’immunizzazione potrebbe certamente dipendere dal vaccino, ma anche da fattori umani o dagli stessi uccelli. Quando si parla di vaccino, gli allevatori devono scegliere quello specifico per il ceppo della malattia che risulta prevalente nel loro ambiente di produzione. Un uccello, per esempio, potrebbe contrarre alcune malattie, come la bronchite infettiva, se il vaccino non contiene il ceppo o i sierotipi specifici necessari a stimolare l’immunità protettiva.

I produttori devono lavorare a stretto contatto con i loro veterinari per studiare un programma di vaccinazione che fornisca agli uccelli i vaccini adatti a proteggerli dalla malattia più diffusa nella loro specifica situazione produttiva- Questo programma deve essere costantemente rivisto per assicurare che rimanga aggiornato” ha spiegato Elliott.

Per ottenere prestazioni ottimali, i vaccini devono essere utilizzati entro la data di scadenza e conservati in modo corretto in ogni momento della fornitura. I vaccini vivi e inattivati devono essere conservati tra i due a otto gradi Celsius e non dovrebbero mai essere congelati. Devono essere protetti dalla luce solare diretta e dal calore, ma potrebbero essere portati a temperatura corporea prima della loro somministrazione. “La conservazione dei vaccini è importante per un’efficacia ottimale. I frigoriferi devono essere monitorati per garantire che le fiale siano conservate alle temperature giuste e devono essere tenute in scatole refrigerate durante il trasporto. Lasciare un vaccino alla luce solare diretta sul cruscotto caldo di una macchina è il modo sicuro per danneggiarlo” ha detto Elliot

I vaccini dovrebbero essere somministrati secondo le istruzioni e i dosaggi riportati dalla casa di produzione e con il giusto equipaggiamento. “Gli allevatori devono essere sicuri che tutti gli uccelli ne ricevano la stessa dose, e non che qualcuno ne riceva di più e altri meno. Questo è particolarmente importante quando il vaccino viene somministrato mediante spruzzo o acqua potabile. La trasmissione del vaccino vivo da uccello a uccello è rischiosa e può causare ritardo nell’immunità degli animali. E’ quindi necessario verificare sempre che ogni uccello abbia ricevuto una dose sufficiente, per evitare di morire in caso di malattia”.

Le vaccinazioni devono inoltre essere somministrate al momento opportuno. Alcuni vaccini, per esempio, non produrranno una buona risposta immunitaria se nei pulcini vi è ancora traccia dell’immunità materna passiva.

Il programma di vaccinazione deve prevede quando i tempi di somministrazione che, insieme alle dosi, vanno sempre registrati. Non si può semplicemente dare un vaccino ogni volta che si vuole. Sia la prima dose di vaccino che quelle successive, devono essere somministrate all’età giusta, per migliorare l’immunità” suggerisce Elliott aggiungendo che gli allevatori dovrebbero ricordare il vaccino richiede un certo periodo di tempo per stimolare e produrre l’immunità.

Gli uccelli esposti a malattie prima che venga raggiunto il picco di immunità saranno comunque più vulnerabili. Non è possibile somministrare agli uccelli più di un vaccino alla volta, a meno che diversi vaccini non siano stati combinati insieme dall’azienda di produzione. Combinazioni non studiate possono causare interferenze e compromettere l’effetto del vaccino stesso o provocare effetti collaterali.

Per una risposta ottimale, gli uccelli al momento della somministrazione, devono essere in buone condizioni. Stress causato, ad esempio, da condizioni ambientali estreme, cattiva alimentazione, parassitismo o malattie, potrebbero ridurre la capacità di un uccello di assorbire il vaccino e produrre buoni anticorpi. Malattie esistenti si potrebbero aggravare o causare infezioni secondarie.

Affinché un vaccino lavori correttamente gli uccelli devono avere un sistema immunitario funzionale. Un vaccino potrebbe essere usato per prevenire una malattia, come ad esempio quella di Newcastle, ma in generale è meglio rimandare la vaccinazione fino a quando gli uccelli sono in buona salute, soprattutto quando sono affetti da malattie immunosoppressive, come la malattia di Gumboro, il virus dell’anemia dei polli o l’encefalomielite aviaria“.

Elliot inoltre sottolinea che i vaccini non devono essere visti come una “bacchetta magicache cancellerà tutte le minacce: al contrario “per proteggere il pollame dalle malattie sono necessari lavoro e energia. Ogni sistema immunitario ha un limite. Quindi è meglio pensare a come prevenire le malattie piuttosto che fare affidamento esclusivamente sulla vaccinazione per mantenere un allevamento in buona salute

Fonte The Poultry Site

Allegato file PDF